SULL’ENNESIMA RIFORMA DEL SISTEMA PENALE ANTICORRUZIONE – Francesco Cingari

Con la l. 9.1. 2019, n. 3, (Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici), a distanza di quasi quattro anni dall’ultimo intervento riformatore della l. 27.5.2015, n. 69, e dopo sette anni dalla l. 6.11.2012, n. 190, il legislatore interviene nuovamente sul sistema dei delitti contro la Pubblica Amministrazione, con un ampio ventaglio di disposizioni di natura “sostanziale”  e “processuale”. Il contributo, che  si concentra esclusivamente sugli interventi di carattere “sostanziale” che hanno inciso sull’apparato repressivo a contrasto dei fenomeni corruttivi, mette in rilievo, da un lato, come il legislatore si sia definitivamente allontanato dalla strategia di contrasto alla corruzione “integrata” tra strumenti repressivi e preventivi, intrapresa dalla l. 190/2012; dall’altro lato, come gli interventi riformatori della l. 3/2019 siano volti alla costruzione di un sistema penale anticorruzione sempre più “differenziato” ed “emergenziale”.

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