Riforma e tempi della giustizia: considerazioni generali su prescrizione e improcedibilità – Giovannangelo De Francesco

Lo scritto, traendo spunto dalla riforma Cartabia, si sofferma sui rapporti tra prescrizione e improcedibilità, ponendone in evidenza le connessioni nel quadro dei tempi della giustizia. Particolare attenzione viene dedicata allo statuto delle garanzie rilevanti nella materia considerata; a tale riguardo, muovendo da una critica alla tendenza a ricondurre l’‘aspettativa’ sottesa alla prescrizione del reato all’ art. 25 Cost., e dopo aver escluso, in linea con quanto precisato altrove, la possibilità di invocare l’art. 27, 1° comma, Cost., si giungono a valorizzare le logiche di una ‘sintesi’ tra garanzie ed efficienza in grado di impedire, nel comune interesse, il superamento del limite della ragionevolezza. Si ha cura tuttavia di avvertire come tale collegamento non equivalga ad ammettere una coincidenza tout court con il canone della ‘ragionevole durata del processo’, venendo detti istituti a fungere, piuttosto, da ‘precondizioni’, basiche ed essenziali, affinché la vicenda giudiziaria possa poi svilupparsi al suo interno in maniera confacente alle dinamiche di un ‘giusto processo’. Conclude l’analisi un cenno alla ‘giustizia riparativa’ come soluzione meritevole di assumere un ruolo sempre più significativo a confronto con i modelli tradizionali di risposta al reato.

Taking the Cartabia reform as a starting point, the paper dwells on the relationship between prescription and prosecution time limits, highlighting their connections in the context of timeframes in penal justice. Substantive consideration is paid to the statute of relevant guarantees in this matter; in this context, engaging in constructive criticism of the tendency to relate the ‘expectation’ underlying the prescription of the crime to the art. 25 Const., and after excluding, in line with what argued elsewhere, the possibility of invoking art. 27, para. 1, Const., the paper underlines the logic of a ‘synthesis’ between guarantees and efficiency able to prevent the exceedance of reasonableness, in the common interest. However, it is important to note that such a connection does not imply a total coincidence with the canon of the “reasonable duration of the trial”, since those institutions act as basic and essential “preconditions” so that the judicial process can develop in respect of “due process”. The analysis concludes with a mention of ‘restorative justice’ as a solution worthy of assuming an increasingly significant role in comparison with traditional models of response to crime.

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