I “nuovi” obblighi costituzionali di tutela penale: dall’an al quomodo dell’incriminazione – Lorenza Grossi
Il tema degli obblighi costituzionali di incriminazione, assai discusso tra gli anni Settanta ed Ottanta, vive oggi una “seconda giovinezza”, dovuta all’emersione di obblighi di tutela penale di matrice europea e convenzionale. Gli effetti che questi vincoli producono sul piano interno interessano, in via diretta, la riserva di legge, aggravandone lo stato di crisi che si registra da ormai molti anni. Muovendo dalla individuazione del reato, da un punto di vista sostanziale, come illecito di modalità di lesione, il contributo valorizza il ruolo centrale svolto dal legislatore statale, che attiene non tanto all’an dell’incriminazione, quanto piuttosto al quomodo della stessa. L’idea è quella per cui, in effetti, l’obbligo di tutela penale richiede inevitabilmente la descrizione per note interne dell’offesa penalmente rilevante, rimessa al legislatore nel rispetto dei principi costituzionali che regolano la materia penale.
The theme of criminal constitutional obligations, widely discussed between the 1970s and 1980s, is undergoing a ‘revival’ today due to the debate about criminal protection obligations deriving from European and international law. The effects of these criminal obligations on domestic criminal law directly involve the principle of legality, exacerbating a crisis that has persisted for many years. Starting with the idea of the offense from a substantive perspective as an infraction described per internal notes, the essay underlines the crucial role that the national lawmaker, despite everything, still retains. This role is not so much about the ‘whether’ of criminalization but more about the ‘how.’ The main argument is that the obligation of criminal protection necessitates, in any case, the specific description of the relevant offense: that is a responsibility delegated to the national legislator, following constitutional principles governing criminal matters.
