Falsitas non punitur. Dichiarazioni mendaci in autocertificazione Covid-19 e responsabilità penale – Emmanuele Penco

Nel periodo di emergenza pandemica è emersa la questione della possibile rilevanza penale delle false dichiarazioni rese nelle autodichiarazioni giustificative richieste al fine di verificare il rispetto delle misure limitative degli spostamenti. Alcune pronunce di merito intervenute sul tema, pur seguendo percorsi argomentativi anche molto diversi fra loro, sono giunte a conclusioni analoghe circa l’impossibilità che in tali situazioni il dichiarante sia punito ai sensi dell’art. 483 Cp, fattispecie ritenuta applicabile dalla giurisprudenza maggioritaria in caso di mendacio in autodichiarazioni. Partendo da tali sentenze, il contributo si propone di indagare l’effettiva configurabilità delle fattispecie codicistiche di falso nel caso delle autocertificazioni Covid-19, evidenziando gli spunti che la questione offre con riferimento al più generale tema del falso in dichiarazioni sostitutive ex artt. 46 e 47 d.P.R. 28.11.2000 n. 445

During the pandemic emergency, the question about the possible criminal relevance of the false statements made in the self-declarations required in order to justify the violation of limitation measures arose. Some judgements, while following very different argumentative paths, reached similar conclusions about the impossibility that in such situations the declarant is punished by art. 483 Cp. Starting from these sentences, the paper aims to investigate the applicability of false crimes to Covid-19 self-declarations, highlighting the hints given by such question with reference to the topic of false statements in declarations ruled by art. 46 and art. 47 d.P.R. 28.11.2000 n. 445

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