Il giudizio d’appello monocratico che verrà – Lorenzo Agostino

Lo scorso 13 marzo è approdato alla Camera dei Deputati il disegno di legge delega per la riforma del processo penale che, tra le varie direttive rivolte al Governo, contempla, in un’ottica di efficienza e di migliore distribuzione del carico di lavoro gravante sulle corti di appello, l’introduzione della regola della monocraticità per i giudizi di secondo grado concernenti procedimenti per i quali, ai sensi dell’art. 550 Cpp, è previsto il rito a citazione diretta a giudizio. La proposta di riforma, nel determinare un ulteriore arretramento dei profili di garanzia per un ampio novero di fattispecie in relazione alle quali, già in primo grado, le “deviazioni” rispetto all’iter ordinario del procedimento penale non sono trascurabili, merita di essere sottoposta a un’attenta analisi, da svolgere alla luce dell’importanza rivestita, soprattutto in sede di impugnazione, dal valore della collegialità dell’organo giudicante.

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