IL GIUDICE E IL MOSAICO. LA TUTELA DELL’AMBIENTE, TRA DIRITTO DELL’UNIONE E PENA NAZIONALE – FEDERICO CONSULICH

 

Il diritto penale si trova ad un bivio quando si occupa della tutela
dell’ambiente: prevedere illeciti di pericolo astratto, ma necessariamente
bagatellari, o ricorrere a reati di evento, nei quali il nesso causale si rivela
spesso di impossibile prova?
Il dilemma è diventato ancora più drammatico da quando il diritto dell’Unione
ha iniziato a fomentare molteplici e pressanti istanze di tutela, anche e
soprattutto penale, ai legislatori degli Stati membri.
Una volta esaminate le caratteristiche del diritto penale dell’ambiente
nazionale e sintetizzato lo stato della disciplina eurounitaria in argomento,
viene proposta nel saggio una terza via per l’imputazione dei macroeventi
offensivi dell’ecosistema.
Il reale autore dell’illecito contro l’ambiente è spesso la persona giuridica nel
cui interesse le persone fisiche violano la legge penale; occorre allora
implementare la responsabilità dell’organizzazione, valorizzando a pieno le
potenzialità applicative dell’art. 8 d. lgs. 231/2001, che sancisce l’autonomia
dell’illecito dell’ente, affermandone la persistenza anche quando la persona
fisica che ha commesso il fatto non sia stata individuata, non sia imputabile o
non sia punibile per estinzione del reato.

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