Extremis malis, extrema remedia: l’infiltrazione investigativa quale forma di esercizio autorizzato di poteri coercitivi, in funzione di contrasto della corruzione – Alice Savarino

Lo scritto si propone di indagare opportunità politico criminali, potenzialità investigative e limiti di garanzia sottesi all’estensione dello statuto delle operazioni sotto copertura ai reati contro la P.A., nell’ambito della nota legge “Spazza-corrotti”. La disamina si sofferma, da una parte, sul giudizio di compatibilità dei connotati strutturali della nuova figura di “infiltrato” rispetto ai principi e ai canoni di legittimità elaborati, in materia, dalla giurisprudenza interna e convenzionale; d’altra parte, vengono vagliati i profili di criticità insiti nel tentativo di circoscrivere, in ossequio al canone di determinatezza, l’ambito di non punibilità della nuova fattispecie scriminante, nonché i margini di operatività dello strumento investigativo sul piano empirico-criminologico di riferimento. All’analisi di questi aspetti fa da sfondo una riflessione sulla controversa collocazione dogmatica delle c.d. “scriminanti a favore dell’autorità” e sui tentativi dottrinali di inquadramento del fenomeno in un’ottica essenzialmente procedurale.

Scarica l’articolo in formato .pdf