Dalla “burocrazia difensiva” alla “difesa della burocrazia”? Gli itinerari incontrollati della riforma dell’abuso d’ufficio – Adelmo Manna e Giandomenico Salcuni

Gli Autori analizzano la riforma del delitto di abuso d’ufficio ad opera del decreto legge n. 76 del 2020, con la quale il legislatore ha ristretto l’ambito applicativo della norma penale alle sole violazioni di specifiche disposizioni di legge da cui non derivino margini di discrezionalità La riforma aveva come obiettivo ridurre il penalmente rilevante impedendo di contestare l’art. 323 Cp nei casi di violazione di norme generali (come l’art. 97 Cost.); di norme regolamentari; di norme disciplinanti l’attività discrezionale della PA e dunque di sindacare la figura dell’eccesso di potere. Il legislatore è riuscito soltanto in parte nel suo intento, infatti, ha finalmente escluso dal penalmente rilevante l’eccesso di potere e la possibilità di contestare l’abuso d’ufficio in caso di violazione di norme generalissime, ma non ha escluso dal tipo la violazione di norme regolamentari, le quali continueranno ad avere rilevanza penale nella misura in cui sono richiamate espressamente da una disposizione di legge.

Scarica l’articolo in formato .pdf