Covid-19 e diritto alla salute dei detenuti: un tentativo, mal riuscito, di semplificazione del procedimento per la concessione dell’esecuzione domiciliare della pena (dalle misure straordinarie degli artt. 123 e 124 del d.l. n. 18/2020 alle recenti novità del d.l. n. 29/2020) – Antonino Pulvirenti

Il Covid-19 ha reso necessario un intervento legislativo volto a ridurre il già eccessivo tasso di sovraffollamento penitenziario. L’Autore, dopo aver delineato le coordinate essenziali del diritto alla salute del detenuto e gli strumenti che il legislatore avrebbe potuto adottare per fronteggiare l’emergenza sanitaria, analizza la scelta normativa concretamente effettuata: l’estensione della preesistente (l. 199/2010) misura dell’esecuzione domiciliare della pena, tramite una (asserita) semplificazione del relativo procedimento giurisdizionale, e la concessione di licenze straordinarie ai semiliberi (d.l. 18/2020). Il contributo mette in evidenza le numerose criticità che sembrano frapporsi al conseguimento dell’obiettivo, tanto sul piano ermeneutico quanto su quello dell’effettività. In chiusura, si fa riferimento agli ulteriori interventi governativi che, sottintendendo una certa “sfiducia” nel libero convincimento del giudice (rectius della Magistratura di sorveglianza), mirano a restringerne il potere valutativo nella concessione delle misure penitenziarie a carattere umanitario (permessi di necessità, detenzione domiciliare surrogatoria del differimento della pena).     

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