Dall’extrema ratio all’onnipresenza della norma penale. La vicenda emblematica della legge “anti–rave” – Alì Abukar Hayo

La legge n. 199/2022, di conversione del d.l. n. 162 del 31 ottobre 2022, può senz’altro annoverarsi nella categoria del diritto penale simbolico-espressivo.  La ratio legis si può ravvisare nell’intento di rassicurare i cittadini-elettori sulla capacità del governo di contrastare il fenomeno dei rave party, la cui pericolosità sociale è stata amplificata dalla narrazione mediatica.  Del simbolismo penale, che conduce allo smarrimento del criterio di extrema ratio e al panpenalismo, ricorrono tutti i sintomi: a) l’estrema tempestività dell’intervento del legislatore, rispetto all’occasio legis, b) la particolare severità della risposta sanzionatoria, c) la scarsa sistematicità della disciplina penalistica.  L’Autore commenta con disfavore il ricorso allo strumento del decreto-legge ed evidenzia le numerose contraddizioni insite nell’iniziale formula normativa.  La legge di conversione ha parzialmente posto rimedio, ma le perplessità non sono state del tutto fugate, in relazione, sia alla pregiudiziale rinuncia a misure amministrative di contrasto, sia alla sproporzione tra il quantum sanzionatorio e l’effettiva gravità dell’offesa.  Permane dubbia l’offensività del fatto, assorbita dal pericolo per la salute e l’incolumità pubblica, descritto dal legislatore come condizione obiettiva di punibilità, da intendersi tuttavia come evento del reato, in virtù del principio di colpevolezza. 

Law No. 199/2022, converting Decree-Law No. 162 of 31 October 2022, can undoubtedly be classed as a so-called “symbolic-expressive” criminal law.  Its rationale is grounded on the intention to reassure citizen-voters about the government’s ability to combat rave parties, the social dangerousness of which has been amplified by the media narrative.  It features all the symptoms of “penal symbolism”, leading to the loss of the criterion of extrema ratio and to pan-penalism, namely a) extremely prompt action by lawmakers, with respect to the occasio legis; b) excessive severity of the sanctions provided; c) scarcely systematic nature of the penal discipline.  The author comments unfavourably on the use of the instrument of the “decree-law” and highlights the many contradictions in the initial text of the law.  The decree’s subsequent conversion into law has partially remedied this, although the previous perplexities have not been entirely dispelled, both in relation to the prejudicial renunciation of administrative countermeasures and the disproportion between theactual seriousness of the offence and the sanctions applied. The harmful nature of the underlying action remains doubtful, being absorbed by the danger to public health and safety, described by lawmakers as an objective condition of punishability, to be understood, however, as an event of the offence, by virtue of the principle of culpability.

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