Lavoro minorile, sfruttamento e moderne schiavitù – Parte II – Prospettive di diritto comparato e diritto dell’UE. L’esperienza inglese e i nuovi obblighi di trasparenza e diligenza delle imprese nelle «catene delle attività» – Andrea Di Landro

Il presente contributo affronta i temi del lavoro minorile, del caporalato/sfruttamento del lavoro, del lavoro forzato, della schiavitù e servitù, nonché del traffico di esseri umani, in una prospettiva di diritto comparato, con particolare riferimento al sistema penale inglese, ed in una prospettiva di diritto dell’UE, riferita principalmente alla nuova Direttiva 2024/1760/UE sul «dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità», volta a tutelare i diritti umani dai possibili «impatti negativi» che si generano nell’ambito delle «catene delle attività» delle imprese. L’esperienza inglese appare, al riguardo, particolarmente rilevante, da un lato, in quanto precorritrice di quella euro-unitaria con riferimento al dovere di trasparenza delle imprese in tema di moderne schiavitù (lavoro forzato, pratiche schiavili e traffico di esseri umani) nelle catene delle forniture; dall’altro lato, per alcuni efficaci strumenti messi in campo per contrastare tali forme estreme di sfruttamento, proteggendo al tempo stesso le relative vittime (ordini preventivi, ordini riparativi, pene in senso stretto e fattori per la commisurazione di queste ultime, ecc.). Vengono poste in evidenza, altresì, le criticità già manifestatesi del sistema inglese e le possibili soluzioni (a tali criticità) adottabili, specie in attuazione della sopracitata nuova Direttiva, da parte degli Stati membri dell’UE. Anche con riferimento ai temi del lavoro minorile e dello sfruttamento non integranti moderne schiavitù, l’analisi comparatistica sembra consentire di individuare spunti utili al superamento dei punti deboli dei rispettivi sistemi.

This paper addresses the issues of child labour, illegal gangmaster/labour exploitation, forced labour, slavery and servitude, as well as human trafficking, from a comparative law perspective, with particular reference to the English criminal law system, and from an EU law perspective, referring mainly to the new Directive 2024/1760/EU on “corporate sustainability due diligence”, which aims to protect human rights from possible “adverse impacts” generated within companies’ “chains of activities”. The English experience appears to be particularly relevant in this regard, on the one hand, as a precursor to the European Union’s approach with regard to the duty of transparency of companies on modern slavery (forced labour, slavery and human trafficking) in supply chains; on the other hand, because of certain effective tools put in place to combat these extreme forms of exploitation, while protecting the victims (preventive orders, repatative orders, penalties and factors for sentencing, etc.). The critical issues that have already emerged in the British system are also highlighted, along with possible solutions that could be adopted, particularly in implementation of the aforementioned new Directive, by EU Member States. Also with regard to the issues of child labour and exploitation that do not constitute modern slavery, the comparative analysis seems to identify useful ideas for overcoming the weaknesses of the respective systems.

lavoro minorile, sfruttamento del lavoro, moderne schiavitù

child labour, labour exploitation, modern slavery

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