Il dies ad quem della presunzione di innocenza in caso di condanna: “accertamento legale della colpevolezza” e “definitività della sentenza” tra atti sopranazionali e costituzione italiana – Nicola Pascucci

Il contributo analizza l’operatività della presunzione di innocenza in caso di condanna non definitiva, alla luce delle diverse formulazioni del principio a livello sopranazionale e costituzionale. Se da un lato gli artt. 6 § 2 CEDU, 48 § 1 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e 3 direttiva 2016/343/UE parlano nitidamente di “presunzione d’innocenza”, a fronte di un’enunciazione più ambigua dell’art. 27 co. 2 Cost. («l’imputato non è considerato colpevole»), dall’altro, il momento finale della presunzione è individuato in modo più perentorio dalla norma costituzionale, che parla di «condanna definitiva», a fronte di un generico “accertamento legale della responsabilità” contenuto nelle disposizioni sopranazionali. Un approccio sfumato può altresì rinvenirsi in alcune pronunce della Corte di Strasburgo. Tuttavia, deve ritenersi che nel nostro ordinamento la presunzione operi pienamente fino al passaggio in giudicato della condanna. Si prendono quindi le distanze dai passati tentativi di anticipare il dies ad quem del principio ad una fase anteriore, in contrasto con il chiaro tenore letterale dell’art. 27 co. 2 Cost. L’articolo considera inoltre le declinazioni della presunzione a livello codicistico, soprattutto in tema di giudicato progressivo, indicando le soluzioni interpretative più conformi alla Costituzione.

This paper analyses the functionality of the presumption of innocence in instances of non-final convictions, juxtaposing the different formulations of the principle at supranational and constitutional levels. On the one hand, Articles 6(2) ECHR, 48(1) of the Charter of Fundamental Rights of the European Union and 3 Directive 2016/343/EU clearly provide for the concept of “presumption of innocence”, whereas a more ambiguous definition is provided for by Article 27(2) of the Italian Constitution (“a defendant shall not be considered guilty”); on the other hand, the final term of applicability of the presumption is more peremptorily identified by the constitutional provision, which refers to a “final conviction”, as opposed to a generic “legal proof of guilt” contained in the supranational provisions. A nuanced approach can also be found in the ECtHR’s case-law. However, it must be held that in the Italian legal system the presumption operates fully until a conviction becomes final. Therefore, this paper distances itself from past attempts to anticipate the dies ad quem of the applicability of the principle to an earlier stage, in contrast with the clear wording of Article 27(2) of the Constitution. The declinations of the presumption enshrined in the Italian Code of Criminal Procedure are also considered, especially about so-called “partial judgement”, indicating the interpretative solutions most in compliance with the Constitution.

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