“Uso alternativo del diritto” quale lettura costituzionalmente orientata del diritto penale e il ruolo della giurisprudenza – Anna Maria Maugeri

Il lavoro analizza come si è concretizzato l’invito emerso dal convegno del 1972, svoltosi a Catania, sull’ “uso alternativo del diritto” ad affermare il ruolo conformativo della giurisdizione come “pratica sociale” volta nel settore penale a smantellare le istanze autoritarie del codice Rocco e a fornire un’interpretazione della norma capace non solo di rispettare, ma anche di implementare i diritti e le libertà riconosciute nella Costituzione, a partire dal principio di uguaglianza sostanziale; l’affermarsi del principio di offensività ha svolto un ruolo fondamentale nell’opera di reinterpretazione costituzionalmente orientata del codice Rocco. Emerge una riflessione sul ruolo svolto oggi dal giudice anche alla luce della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte di Giustizia, che hanno accolto una nozione sostanziale di legge come law in action, che deve avere la qualità della prevedibilità della regula iuris, affermando innanzitutto il principio di irretroattività dell’interpretazione in malam partem (e retroattività dell’interpretazione in bonam partem?). Il tutto in un ordinamento in cui, in virtù dell’introduzione all’art. 618, c. 1 bis Cpp, si afferma il tendenziale dovere del giudice al rispetto del precedente e in cui la Suprema Corte e la Corte Costituzionale non sempre hanno valorizzato del tutto la portata garantistica del principio di legalità/prevedibilità in termini innanzitutto di qualità della legge, tendendo piuttosto a valorizzare la dimensione scusante. Fermo restando che, già nelle sue prime affermazioni l’uso alternativo del diritto, come affermato da Pulitanò, non ha significato proporre un modello di ermeneutica soggettivista e antilegalitaria, ma l’uso alternativo in chiave progressista del diritto borghese si è considerato praticabile negli spazi del testo normativo, e, allora, la Corte Costituzionale (n. 98/2021) ricorda il limite del dato testuale contro ogni deriva soggettivistica e abusi interpretativi; fermo restando un sistema democratico in cui, nel rispetto della separazione dei poteri, sia garantita innanzitutto l’indipendenza della magistratura.

This work analyses how the invitation from the 1972 conference held in Catania on the “alternative use of law” has materialised, affirming the “con-formative” role of jurisdiction as a “social practice” aimed, in the criminal sphere, at dismantling the authoritarian elements of the 1930 Criminal Code (also known as the Rocco Code) and providing an interpretation of the law that not only respects but also enhances the rights and freedoms recognised in the Republican Constitution, beginning with the principle of substantive equality. The establishment of the harm principle (principio di offensività, literally meaning the “principle of offensiveness”) has played a fundamental role in the constitutionally inspired reinterpretation of the Rocco Code.  The analysis reflects on the role of judges today, particularly in light of the case law from the European Court of Human Rights and the European Court of Justice, which have adopted a substantive notion of law as “law in action” that must have the quality of predictability in the regula iuris, affirming above all the principle of non-retroactivity of interpretations in malam partem (and retroactivity in bonam partem?).  All of the above exists within a legal system in which, following the introduction of Article 618(1-bis) of the Code of Criminal Procedure, the duty of judges to respect precedent is asserted. Additionally, the Supreme Court and the Constitutional Court have not always fully valued the pro reo aspect of the principle of legality/predictability (with a focus on the quality of the law); conversely, the two courts have tended to emphasise the excusatory dimension of the principle. It is understood, as Pulitanò noted, that, from the outset, the alternative use of law has never suggested a model of subjective and anti-legal hermeneutics. Rather, the alternative use of bourgeois law in a progressive sense was considered feasible within the boundaries of the normative text. In this regard, the Constitutional Court (no. 98/2021) emphasises the textual limits of the law to prevent any subjective drift or interpretative abuses — all within a democratic system where judicial independence is guaranteed, in compliance with the principle of the separation of powers.

Scarica l’articolo in formato .pdf