Spazio sociale, non-luoghi, eterotopie nella «modernità radicale» del fatto colposo. Il settore della navigazione aerea come punto di osservazione privilegiato per ripensare la colpa grave – Eliana Greco

Il contributo muove dalla presa di coscienza del carattere non-neutrale dello «spazio» (fisico, architettonico) rispetto alla costruzione del discorso giuridico e dalla connotazione, tipicamente foucaultiana, che lo inquadra come proiezione estetica dei rapporti sociali e delle relazioni di potere che vi insistono. Questo rapporto di reciproco condizionamento affiora, in modo particolare, in quegli spazi oppositivi (con Foucault, «spazi altri», «eterotopie») che sono essenzialmente (anche) i luoghi dell’attraversamento, in un senso che in parte richiama quello espresso da Walter Benjamin nei Passages de Paris e che, nel tempo della modernità «radicale», sopravanzano i luoghi c.d. antropologici o identitari, trovando nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti la loro più compiuta realizzazione; gli «spazi altri» sono anzitutto territori della complessità e della «eccedenza»: di informazioni disponibili, di reti intersoggettive, di rischi spesso dominati dal progresso della tecnica.  Individuando nel settore della navigazione aerea un punto di osservazione privilegiato delle richiamate dinamiche, lo scritto riflette sulla necessità di introdurre «forme selettive del rimprovero colposo» rivolte, benché i tempi per una generale rimeditazione dell’articolo 43 c.p. si ritengano «maturi», a particolari categorie di gestori del rischio – in specie, gli air traffic controller – a fronte di eventi avversi che si producano negli spazi di volo controllato; l’idea va, più precisamente, nel senso di limitare la rilevanza penale delle condotte inosservanti alla sola colpa grave, della quale si propone una definizione, elaborando altresì indici utili a coadiuvare la determinazione del grado. Il restringimento dell’area della tipicità colposa risulta, in sostanza, funzionale a una esigenza di svecchiamento della colpa penale, pur con la specificazione secondo cui il carattere sistemico-organizzativo che connota la genesi di eventi lesivi nei «contro-spazi» solleciterebbe un passaggio dal piano individuale a quello collettivo dell’imputazione e, dunque, un «riposizionamento» della responsabilità dalla persona fisica all’ente, in un modo che incentivi l’effettiva emancipazione da una – tuttora radicata – dimensione antropica della vicenda ascrittiva.

This paper examines the role of physical and architectural spaces in shaping legal discourse and vice-versadiscourse» is here understood in the Foucauldian meaning); it echoes Michel Foucault’s perspective on space as an aesthetic manifestation of social relations and power dynamics. The paper highlights the significance of «counter-spaces» – referred to by Foucault as «heterotopias» – which are transitional spaces akin to Walter Benjamin’s Passages de Paris; these spaces transcend conventional anthropological or identity-based ones and are exemplified by modern transportation hubs like railway stations and airports. The concept of «counter-space» mainly refers to domains characterized by complexity and “excess”: it encompasses a wealth of available information, networks of interpersonal connections, and risks often shaped by technological advancements. Within this framework, the paper delves into air navigation as a symbolic lens to dissect these dynamics. It proposes a targeted reconsideration of criminal negligence, chiefly directed – although Article 43 of the Italian penal code needs critical revision – at specific risk managers, such as air traffic controllers, when adverse events within controlled airspace occur. This proposition aims to limit the criminal liability for negligent acts solely to grossly negligent ones; for this reason, the essay also provides a definition of gross negligence and practical criteria for its judicial evaluation. Ultimately, the study advocates for a nuanced approach to negligence offenses, emphasizing a shift from individual blame towards corporate criminal liability, especially within high-reliability organizations; this transition is essential for transcending entrenched anthropocentric viewpoints and advancing genuine progress in accountability models.

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