Riforma Cartabia e messa alla prova: una spinta, tra luci ed ombre, verso l’effettività del modello riparativo – Susi Campanella
Si sa che il legislatore ha nel tempo ritagliato spazi capaci di accogliere le misure riconducibili al paradigma riparativo, oggi compiutamente delineato dalla riforma Cartabia, e la sospensione con messa alla prova ne costituisce l’esempio più significativo. Il programma di trattamento ha da sempre annoverato infatti una serie di istituti tutti ascrivibili al classico paniere della restorative justice e strumentali all’obiettivo proprio di quel modello: non già la punizione del colpevole, ma la soluzione del conflitto originata dal reato attraverso l’esaltazione del ruolo della vittima, l’autoresponsabilizzazione delle parti e la gestione condivisa del conflitto. Dunque, accantonata la logica della pena come raddoppio del male e legittimato esplicitamente il ricorso a strumenti di giustizia riparativa, la prova “per i maggiorenni” rappresenta, a fortiori, un punto di vista privilegiato per riflettere sulla effettiva e concreta prospettiva di implementazione dei percorsi riparativi nel tessuto applicativo.
As widely known, with the Cartabia Reform, restorative justice has finally been introduced into the penal system. To achieve this, the lawmaker opted to graft the model of reparation into those well-established procedural mechanisms that traditionally merge the goal of reducing legal processes with the exaltation of the victim’s role, the self-accountability of the involved parties, and the shared management of conflicts. Among these, undoubtedly, a prominent place is held by the probation for adults, which, since its inception, has been the ideal tool for implementing the principles of Restorative Justice. The aim of the paper is to examine whether such probation can be considered an intriguing angle for analyzing the actual and concrete perspective of enhancing restorative justice within the legal framework.