L’uso “obliquo” dei dati esterni delle comunicazioni tra espansione delle garanzie sovranazionali, inerzia del legislatore e incertezze interpretative – Luigi Parodi
Il presente lavoro si concentra sul tema del trasferimento dei dati esterni delle comunicazioni, raccolti e utilizzati per finalità di accertamento dei reati, in procedimenti diversi da quello di prima acquisizione, interrogandosi sulle condizioni di legittimità di tale uso “obliquo”. L’indagine prende avvio dai principi affermati, in materia di data retention, dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, intervenuta di recente anche su tale specifico aspetto, per poi proseguire con l’analisi del quadro normativo e giurisprudenziale consolidatosi al riguardo in ambito nazionale. All’esito della ricerca, vengono formulate alcune proposte, sia in chiave interpretativa, sia in un’ottica de iure condendo, volte a contemperare le esigenze di accertamento con quelle di tutela dei diritti fondamentali degli individui.
This paper focuses on the transfer of personal data relating to electronic communications, retained and used for the purpose of investigating criminal offences, to proceedings other than that of initial acquisition, and examines the conditions of legitimacy of such “secondary” use. The research starts from the principles affirmed, on the subject of data retention, by the Court of Justice of the European Union, which has also recently intervened on the subject at issue, and then continues with the analysis of national legislation and case law. At the end of the study, some proposals are presented, both from an interpretative point of view and from a de iure condendo perspective, aimed at reconciling the need to investigate crimes with the necessity to protect the fundamental rights of individuals.