Le neurotecnologie assistite dall’intelligenza artificiale nell’ottica del diritto penale – Attilio Nisco

Le neurotecnologie hanno conosciuto un enorme sviluppo grazie al supporto di sistemi di intelligenza artificiale ed alla diffusione di dispositivi non invasivi per usi extra-clinici. Accanto ad indubbi benefici, questi strumenti recano con sé anche rischi per l’integrità psichica degli individui e per la privacy “mentale”. Il presente contributo intende dimostrare che il diritto penale sia in parte già provvisto di strumenti idonei a fronteggiare questi rischi. Tuttavia, ci si chiede se sia necessario aggiornare la normativa in materia di privacy, al fine di consentire una tutela più efficace dei dati neurali, e se sia il caso di introdurre una fattispecie volta a contrastare la manipolazione mentale “diretta”. Ci si sofferma, infine, sul concetto di “azione” in caso di reato commesso tramite un dispositivo di interfaccia computer-cervello e sul possibile impiego delle neurotecnologie nei confronti degli autori di reato.  

Neurotechnology has undergone tremendous development with the support of artificial intelligence systems and the spread of noninvasive devices for extra-clinical uses. Along with undoubted benefits, these tools also carry with them risks to the psychological integrity of individuals and to their “mental” privacy. This paper tries to show that criminal law is in part already equipped to deal with these risks. The question, however, arises as to whether there is a need to update the privacy regulation allowing for more effective protection of neural data, and whether a new offence should be introduced to counter “direct” mental manipulation. Finally, the paper addresses the concept of “action” in the case of a crime committed through a Brain-Computer Interface device and the possibility to use neurotechnology against offenders. 

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