La tormentata evoluzione del traffico di influenze illecite, tra tensioni ermeneutiche e «cieca furia» politico-criminale – Gaia Donati

Dinnanzi al combinarsi e al reciproco rinforzarsi di una scena pubblica dominata da sentimenti sociali di paura, rabbia, risentimento, e di un vistoso deterioramento dell’ars legiferandi, si afferma un crescente peso politico-istituzionale della magistratura, che tende a generare divaricazioni tra interpretazione aderente al testo normativo e aspirazioni politico-criminali. All’entrata in crisi della razionalità legislativa e di una vera “cura” delle norme, corrisponde il potenziamento della funzione “creativa” dei giudici, con il forte rischio di derive esegetiche e con il ridimensionamento della portata pratica dei principi fondamentali. Premessi alcuni richiami essenziali di teoria dell’interpretazione, il contributo esamina la fattispecie incriminatrice del traffico di influenze illecite, la cui complessa evoluzione normativa e giurisprudenziale può essere assunta come caso esemplare di un certo protagonismo ermeneutico nella traduzione applicativa di norme già difettose nella confezione di origine. L’analisi di tale reato apre inoltre a prospettive de iure condendo, ulteriormente rivelatrici di quanto la stessa opera del legislatore non possa prescindere da un’attenzione alla natura del procedere ermeneutico quale «“andare avanti e indietro dello sguar­do” tra la norma e il rapporto di vita».

In view of the combination and mutual reinforcement of a public scene captured by social feelings of fear, anger, resentment, and a decaying quality of lawmaking, the growing political-institutional weight of the judiciary tends to generate possible gaps between interpretation which is faithful to the text and criminal policy yearnings. The strengthening of the “creative” activism of judges has its counterpart in the crisis of the rationality of the lawmaking, with the strong risk of exegetical drifts and the downsizing of the practical scope of fundamental principles. Given some essential references to the theory of interpretation, the paper aims at focusing on the crime of “influence peddling”, whose complex regulatory and judicial evolution exemplifies the interpreter’s leading role in the life of legal rules, especially those whose birth was already defective.  The analysis of this offence also opens up de iure condendo perspectives, further revealing how much the same work of the lawmaker requires great attention to the nature of the hermeneutic procedure such as «“going back and forth to the glimpse” between the norm and the relationships of life”».

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