La proposta di abolizione dell’abuso d’ufficio: discutibili ragioni e dannose conseguenze – Manfredi Parodi Giusino
Le ragioni addotte per giustificare l’abolizione del delitto di abuso di ufficio non sembrano reggere ad una valutazione critica: in particolare, lo sproporzionato numero di iscrizioni nel registro degli indagati non è dovuto ad una imprecisa formulazione della fattispecie incriminatrice, dato che questa è già precisamente (anzi, eccessivamente) circoscritta. Inoltre, resterebbero applicabili agli abusi altre norme incriminatrici, anche per fatti pregressi, e ciò non consentirebbe di superare la c.d. “burocrazia difensiva”. In conclusione, poiché dall’abrogazione totale dell’art. 323 Cp deriverebbe anche un messaggio, fortemente negativo in termini etici, di rinuncia al controllo giudiziario sulla legalità dell’esercizio delle funzioni pubbliche, l’abolitio criminis non appare né giustificata né accettabile.
The reasons given to justify the abolition of the crime of abuse of office do not seem to withstand to a critical evaluation: in particular, the exceeding number of entries in the register of suspects is not due to an imprecise formulation of the incriminating norm, given that this is already precisely (indeed, excessively) circumscribed. Furthermore, other incriminating norms would remain applicable to public officials’ abuses, even for actions previously undertaken, and this would not allow the so-called “defensive bureaucracy” to be overcame. Finally, since the total repeal of the art. 323 Cp would also result in a message, highly negative in ethical terms, of renunciation of judicial control over the legality of the exercise of public functions, the abolitio criminis appears neither justified nor acceptable.