Il d.lgs n. 83/2022 e il nuovo diritto della crisi d’impresa e dell’insolvenza: riflessioni penalistiche – Angelo Mangione

Il nuovo diritto concorsuale rappresenta l’ultimo tassello di una più ampia prospettiva di modernizzazione dell’ordinamento commerciale italiano. Dopo aver esposto i tratti salienti della disciplina vigente, alla luce delle modifiche anche sostanziali apportate dal d.lgs. 83/2022 al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, l’Autore ne esamina i riflessi sul complemento penalistico che, per una deliberata scelta del legislatore, è rimasto quello della legge fallimentare del ’42. Nonostante l’intenzione del legislatore sia stata quella di assicurare la “continuità normativa” sul versante sanzionatorio, il mutamento radicale del diritto concorsuale proietta non pochi effetti – talvolta restrittivi, tal altra espansivi – sul perimetro della responsabilità penale: sia sul versante dell’ambito di operatività di talune fattispecie incriminatrici sia, se non soprattutto, su quello della posizione di garanzia degli organi sociali. La marcata intonazione del Codice sui nuovi assetti organizzativi dell’impresa e sulle procedure tese a intercettare i prodromi della crisi e dunque dell’insolvenza, nell’aver delineato un ‘ideal-tipo’ di debitore virtuoso, rischia al contempo di arricchire il contenuto delle posizioni di garanzia e di ampliare l’area – sempre meno residuale – della responsabilità colposa. Con l’effetto di tradire lo spirito della riforma concorsuale: eventualità, questa, che nell’attesa di nuova disciplina penale – affidata al lavoro della “Commissione Bricchetti” – può forse essere scongiurata da una giurisprudenza penale che sappia accogliere la “nuova cultura” di cui il Codice della crisi d’impresa vuole essere matura espressione.

The new Insolvency Law represents the last step in a broader perspective of modernization of the Italian business and company law system. After having exposed the salient features of the current regulation, in light of the substantial changes made by Legislative Decree no. 83/2022 to the Code of Business Crisis and Insolvency, the Author examines the reflections on the criminal complement that, for a deliberate choice of the legislator, remained that same of the Bankruptcy law of ’42. Although the intention of the legislator was to ensure “regulatory continuity” on the sanctioning side, the radical change in insolvency law projects many effects – sometimes restrictive, sometimes expansive – on the perimeter of criminal liability: both in terms of the application area of certain criminal offences and, if not above all, on that of the guarantee position of the corporate bodies. The marked intonation of the Code on the new organizational structures of the company and on the procedures aimed at intercepting the harbingers of the crisis and therefore of insolvency, in having outlined an ‘ideal-type’ of virtuous debtor, risks at the same time enriching the content of the guarantee positions and expanding the area of culpable liability. With the overall effect of betraying the spirit of the new insolvency law: an eventuality that while waiting for new criminal discipline – entrusted to the work of the “Bricchetti Commission” – can perhaps be avoided by jurisprudence that knows how to welcome the “new culture” of which the Code of Business crisis aims to be a mature expression.

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