Dalla riforma dei tabulati a nuovi modelli di integrazione fra diritti di difesa e tutela della privacy – Giulia Lasagni

Il nuovo regime di acquisizione dei tabulati ha introdotto cambiamenti significativi nella disciplina italiana. In particolare, l’intervento normativo ha consentito un maggiore allineamento con gli standard di tutela definiti a livello europeo. Ci si riferisce, soprattutto, alla prevedibilità dei casi in cui la misura può essere richiesta ed allo spostamento della competenza in capo al giudice procedente.  La riforma in oggetto, però, solleva anche diversi interrogativi relativi all’acquisizione dei dati a fini di accertamento e repressione dei reati, che non trovano ancora un inquadramento chiaro nel nostro ordinamento. L’articolo, dopo aver brevemente delineato il primo profilo, si sofferma su alcune di queste lacune, prestando specifica attenzione al mancato coordinamento fra violazioni della normativa processuale e del diritto alla riservatezza e alla protezione dei dati personali. In tale contesto, si evidenzia una possibile soluzione, emergente proprio dalla riforma dei tabulati e che vede al suo centro, con un ruolo potenzialmente innovativo, il Garante per la protezione dei dati personali. 

The new regime for the acquisition of traffic data has introduced significant changes in the Italian regulation. In particular, the statutory intervention has allowed a greater alignment with the protection standards defined at the European level. We refer, above all, to the foreseeability of the cases in which the investigative measure can be requested and to the shifting of jurisdiction to the judge (rather than to the prosecutor).  The reform in question, however, also raises several issues concerning the acquisition of data for the purpose of investigating and prosecuting crimes, which are not yet clearly framed in our legal system. The article, after briefly outlining the first profile, dwells on some of these gaps, paying specific attention to the lack of coordination between breaches of criminal procedure law and the right to privacy and protection of personal data. In this context, a possible solution is highlighted, emerging precisely from the recent legislative reform, which has the Data Protection Supervisor Authority at its centre, with a potentially innovative role. 

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