Prevedibilità e legalità nel diritto penale: alternativa o binomio garantistico? – Paola Scevi

Il baricentro del principio di legalità si è gradualmente spostato verso l’esigenza non solamente di conoscibilità (accessibilità) ma altresì di prevedibilità della legge e delle conseguenze sanzionatorie di essa, in funzione del diritto fondamentale alla autodeterminazione della persona. Muovendo da questa prospettiva, lo studio si appunta inizialmente sull’analisi dei nodi problematici disvelati, da un lato, da applicazioni giudiziali orientate alla propensione estensivo-punitiva delle fattispecie, che possono giungere financo alla creazione giurisprudenziale di nuove tipologie criminose, e, d’altro lato, dalla carente significatività del dato testuale, anche in riferimento a quei fattori di vaghezza posti nella disposizione che rendono necessaria l’opera dell’interprete per la ricostruzione della fattispecie. Preliminare alla riflessione sui presupposti, di diritto e di fatto, necessari affinché la prevedibilità sia effettivamente implementabile quale garanzia individuale, è poi una ricostruzione del quadro di riferimento in ordine a: ratio e fondamenti normativi della prevedibilità; legalità e determinatezza della legge penale (chiarezza semantica, interpretazione e conoscibilità della regula juris); ermeneutica ed applicazione giudiziale del diritto penale, con un’attenzione specifica all’interpretazione conforme a Costituzione, al discrimine tra interpretazione estensiva ed interpretazione analogica vietata, all’interpretazione conforme alle fonti sovranazionali.  Valorizzando la prevedibilità del diritto quale integrazione garantista, vengono infine tracciate alcune linee di intervento utili per la sua concreta implementazione.

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