“Mafia capitale” e “mafia corrotta”: la parola definitiva della suprema corte nel processo di stabilizzazione giurisprudenziale dell’associazione di tipo mafioso – Luca Della Ragione

Lo scritto trae spunto dalla pronuncia della Suprema Corte resa nella vicenda c.d. “Mafia Capitale”, per analizzare la struttura tipica della fattispecie di cui all’art. 416 bis Cp, segnatamente del c.d. “metodo mafioso”. In relazione alla necessità di esteriorizzazione di tale requisito, sono nel tempo state proposte da dottrina e giurisprudenza plurime linee interpretative, con un dibattito sempre più intenso in relazione alle mafie c.d. “non tradizionali”, che ha tuttavia minato la accessibilità/prevedibilità degli esiti giudiziari, con conseguenti rischi di censure da parte della Corte di Strasburgo. La pronuncia della Suprema Corte contribuisce per contro al processo di stabilizzazione del diritto giurisprudenziale, con un’interpretazione fedele alla lettera della legge ed ai principi generali del diritto penale ad orientamento costituzionale, allo stesso tempo contribuendo ad evitare il rischio della cd. “processualizzazione” delle categorie di diritto penale sostanziale.

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