LA SICUREZZA URBANA NEL PRISMA DEL SISTEMA PUNITIVO – GIORGIO PIGHI

Le «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città» rappresentano il riferimento normativo, rivolto particolarmente ai Comuni, per l’attuazione di politiche di sicurezza urbana, tese a garantire tranquillità diffusa, «benessere delle comunità locali» e protezione da rischi, criticità, comportamenti indesiderabili e reati – soprattutto patrimoniali o violenti – che peggiorano la vivibilità, la convivenza, le relazioni e il senso di protezione individuale e collettiva. Nella ricerca di più solidi equilibri fra interventi reattivi, che ruotano attorno all’illecito e alla sanzione e interventi proattivi per realizzare una migliore organizzazione urbana e una proficua trasformazione sociale, la legge indica due piani di intervento: quello della sicurezza integrata, che attiene alle funzioni e quello della sicurezza urbana che concerne gli strumenti per intervenire sulle situazioni inficiate dall’insicurezza. La disciplina della sicurezza integrata, attribuendo un ruolo primario alla Conferenza unificata e alla Conferenza Stato-città, affronta il nodo del coordinamento tra le politiche statali su ordine pubblico e sicurezza e quelle regionali di polizia amministrativa locale, ai sensi dell’art. 118/3 Cost. La sicurezza integrata costituisce «l’insieme» di tali politiche nell’equilibrio tra interventi reattivi e proattivi, anche se la seconda parte della legge, sviluppando particolarmente le criticità del «decoro urbano», valorizza soprattutto nuovi strumenti reattivi, e in particolare il divieto di accesso, orientati a contrastare il disordine urbano in risposta all’allarme diffuso che suscita, più che alle sue cause.

Scarica l’articolo