LA RISERVA DI CODICE (ART. 3-BIS CP) TRA DEMOCRAZIA NORMANTE E PRINCIPI COSTITUZIONALI. APERTURA DI UN DIBATTITO – Massimo Donini

Lo studio analizza la recente disciplina sulla riserva di codice (art. 3-bis c.p.) come scelta legislativa vincolata tra codice e leggi speciali “organiche”. La riforma è commentata non solo nelle debolezze del rango meramente legislativo della norma e dal punto di vista del partito degli scettici, e del partito della decodificazione, storica o futurista, ma anche alla luce del quadro costituzionale attuale (norma che legifica a livello di topografia legislativa i principi di determinatezza e ultima ratio) o possibile (proposte di una riserva di legge penale rafforzata) per una sua migliore realizzazione. L’attuazione modestissima e problematica dell’art. 3-bis c.p. operata dentro al codice dal precedente Parlamento, è quindi esaminata alla luce del dibattito storico e più recente sul destino delle diverse decodificazioni (le vecchie e le nuove), sulla inflazione del diritto penale e sulla permanente capacità orientativa del modello-codice come luogo dove si materializzi un ordine pensante del sistema non sostituibile da quello dei diversi e contingenti interpreti privati (dottrina) o pubblici (giurisprudenza). Un dibattito mai chiuso e semmai da riaprire in vista di una ricompilazione codicistica in progress.

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