Informazione e consapevolezza dell’imputato per la presenza al suo processo. Suggestioni europee e problemi nazionali – Angela Procaccino

Il lavoro, dopo aver illustrato il ruolo determinante della Corte europea dei diritti dell’uomo nella costruzione e nella correzione, nell’ordinamento italiano, del nucleo stesso del diritto alla partecipazione al processo da parte dell’imputato, analizza come e quanto la legge di “riforma” della contumacia, frutto del predetto lavoro di correzione, abbia retto alla prova della clinica giurisprudenziale. Si procede poi ad esaminare il concetto di conoscenza effettiva del procedimento, riflettendo su come la Cassazione italiana sia giunta ad una soluzione paradossale, se guardata alla luce delle intenzioni (come pure dei dicta) della Corte EDU. Si esamina, poi, anche il problematico versante della conoscenza effettiva del procedimento e, dunque, della consapevole mancata partecipazione al proprio processo nei casi di difesa d’ufficio, in relazione alla quale la Riforma Orlando non è riuscita ad essere del tutto risolutiva. Si prende poi in esame l’altro caso particolarmente delicato della latitanza “semplice”. Infine, si descrive la cornice giuridica del diritto alla partecipazione al proprio processo nel contesto del diritto dell’Unione europea, anch’essa concentrato sul concetto chiave di “effettività” di conoscenza e partecipazione, così come interpretato dalla Corte di Lussemburgo, prima di tracciare delle conclusioni più generali.

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