Gig economy e recupero della legalità – Andreana Esposito

ll decreto del 27 maggio 2020 n. 9 – con cui il Tribunale di Milano, sezione Misure di prevenzione, ha applicato la misura dell’amministrazione giudiziaria di cui all’art. 34 del d.lgs. n. 159/11 (Cod. ant.) nei confronti della società Uber Italy s.r.l., sul presupposto della sussistenza di indizi gravi, precisi e concordanti circa l’agevolazione, da parte della stessa, di condotte penalmente rilevanti di sfruttamento del lavoro – usa una misura di prevenzione, sviluppatasi nel terreno del contrasto alle mafie, per riorientare i rapporti di lavoro nell’ambito della economia informale e deregolamentata della cosiddetta gig economy. L A. ritiene che il principale motivo di interesse del provvedimento risieda, in particolare, nella rinnovata applicazione dell’istituto della amministrazione giudiziaria, misura di prevenzione che segna uno spostamento della risposta ai fenomeni di sfruttamento da un piano unicamente repressivo a quello del recupero dilegalità, attraverso un meccanismo misto di controllo dall’esterno da parte dell’autorità (anche giudiziaria) e di partecipazione – più o meno marcata – da parte dell’impresa. Nel contrasto a fenomeni di sfruttamento della forza lavoro, in settori quali quelli della gig economy, deve essere senz’altro privilegiata una strategia proattiva, basata su processi di auto – responsabilizzazione – del sistema economico di spinta – sulla base di incentivi estrinseci, positive e negativi – delle aziende verso l’adozione di un modello comportamentale/gestionale virtuoso.

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