D. lgs. n. 231/2001: la vexata quaestio dell’idoneità ed efficacia dei mog fra prospettive di riforma e fonti delle regole cautelari – Enrico Pezzi

A vent’anni dalla sua entrata in vigore, il bilancio sulla “tenuta” giudiziale dei Modelli di Organizzazione e Gestione ex d. lgs. n. 231/2001 non può dirsi positivo. Il contributo, muovendo dall’assenza di criteri legislativi idonei a orientare le imprese nell’adozione di adeguati assetti organizzativi (nonché i giudici nella valutazione della loro idoneità a prevenire il compimento di reati), si sofferma in particolare sui possibili percorsi di individuazione e formalizzazione delle regole cautelari. L’attenzione viene così posta alle diverse fonti produttrici delle cautele: la legge, le linee guida delle associazioni di categoria e le best practices. Assodata l’estrema difficoltà di differenziare il contenuto dei modelli organizzativi già sul piano della hard law, se non in contesti già altamente proceduralizzati, l’analisi si conclude sottolineando l’importanza della ricognizione delle migliori pratiche di settore e della loro trasposizione in modelli pilota, differenziati sulla base di diversi criteri: settori merceologici, livello di complessità organizzativa (enti di piccole, medie e grandi dimensioni), categorie di illeciti e tipologie di forme societarie (società di capitali, cooperative, etc.).

Twenty years after the enactment of Legislative Decree no. 231/2001, the appraisal of the judicial scrutiny on the organizational models’ effectiveness cannot be said to be entirely positive. The paper, building on the absence of appropriate legislative criteria to guide companies in the implementation of organizational models pursuant to legislative decree no. 231/2001 (as well as judges in the evaluation of their effectiveness in preventing the commission of crimes), dwells on the identification and formalization of precautionary rules. Against this background, the attention is focused on the different sources of preventive procedures: laws, guidelines provided by relevant trade associations and best practices. In view of the difficulty of differentiating the organizational models at the hard law level, the analysis underlines the need to promote the identification of the sector best practices. These practices shall be turned into pilot models, differentiated on the basis of various criteria: product sectors, complexity in organizational structure (small, medium and large corporations), crime’s categories and types of companies (limited liability companies, cooperatives, etc.).

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